Dopo lo smartphone e le Smart Tv oggi è l’ora degli Smart Dildo. Un dildo intelligente è stato inconsapevolmente utilizzato da una donna di Chicago, che sostiene di esser stato spiata dei suoi dati sensibili, dopo che ha usato il giocattolino che le ha regalato il marito.
We-Vibe funziona con iOS e AndroidIl caso è sotto i riflettori dell’opinione pubblica in America, perché la donna non ha denunciato tanto il marito, quanto la società produttrice del We-Vibe, lo Smart Dildo in questione. We-Vibe trasmetterebbe infatti importanti dati circa il suo utilizzatore e le modalità di utilizzo alla società produttrice. Dati come le Impostazioni di potenza e vibrazione e l’indirizzo e-mail. Questo sex toys dal carattere molto innovativo avrebbe dunque una sorta di ‘errore di sistema’ che gli stessi creatori hanno piazzato. Ma non ne avevano ancora considerato le implicazioni giuridiche. Ma la causa intentata dalla signora di Chicago sostiene che non basta dire che la società nel garantire ai suoi utenti una “connessione sicura fa sì che tutte le comunicazioni siano instradate attraverso i suoi server“.
Il fatto di non aver informato correttamente circa le politiche di raccolta e trattamento dei dati protetti dalla legge sulla privacy è in America una violazione della legge Wiretap. Inoltre all’inizio di quest’anno alcuni analisti avevano evidenziato circa il pericolo di hacking e violazione dei dati personali intrinsecamente legato ai dildo intelligenti. Il caso di We-Vibe potrebbe dunque non essere isolato. La capacità delle aziende di ricavare dati di marketing dai feedback di utilizzo dei propri app e device non è certo una novità. Solo che quando si parla di sex toys la questione relativa alla privacy sembra essere diversa.
Nel frattempo i produttori di We-Vibe si difendono dichiarando che “non c’è alcuna evidenza che i dati sensibili di uno qualsiasi dei nostri clienti siano stati in qualche modo divulgati o compromessi.”