Sesso e felicità
Esiste un legame tra la felicità a livello sessuale e la felicità economica, il benessere nella propria vita lavorativa? Secondo una recente ricerca il legame c’è ed è anche quantificabile. Fare sesso almeno una volta a settimana equivale ad avere un extra di 50.000 euro l’anno sul proprio stipendio. Come, come, come? Ma se la maggior parte delle persone 50.000 euro non le vede nemmeno per sogno durante un anno?
Non sarebbe dunque una sorpresa dire che il sesso praticato su base regolare fa bene. Sembra strano che possa bastare una volta a settimana, cioè quattro volte al mese, ovvero 48 volte l’anno in media.
L’attività sessuale è responsabile di un diffuso senso di benessere nel corpo e nella mente.
Ma i ricercatori dell’Università di Toronto si sono spinti oltre e nella rivista Personality and Social Psychology Bulletin hanno pubblicato i risultati di uno studio molto interessante, che valuta l’influenza dell’attività sessuale sulla sensazione generale di felicità.
Il senso di benessere che si prova prima, durante e dopo l’attività sessuale può rivelarsi estremamente utile per avere una mente sana e uno stile di vita migliore. In particolare, non sarebbero le attività sessuali estreme e neppure l’orgasmo in sé a rendere felici, quanto baci e coccole che ci si danno dopo aver fatto sesso.
Nella ricerca sono stati coinvolti ricercatori dalla Svizzera e dal Canada. Le coppie sono state monitorate per diversi giorni, a partire dalla frequenza nell’attività sessuale, con molta attenzione verso i momenti di tenerezza e di affetto. Il risultato finale ha portato ad una conclusione: quando il sesso è associato con l’esperienza di emozioni positive, rincuoranti, calorose, può portare ad una felicità duratura.
Ciò confermerebbe i risultati di un’altra ricerca del 2005 effettuata su un campione femminile. Quando una donna è eccitata le aree del cervello che si attivano sono le stesse che sono interessate quando godiamo dei piaceri delle libagioni a tavola. Inoltre il sesso rende il nostro sistema nervoso meno sensibile nei confronti del dolore.