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Racconto erotico di fantasia
Ho sempre desiderato una donna che amasse sperimentare e che trattasse il sesso per piacere e non per amore proprio come me. Ho conosciuto una escort, zona Crocetta a Torino e tra noi si è creata subito un’intesa speciale. Ci siamo incontrati in circostanze fortuite, alla festa di un amico comune. Lei chiacchierava con due ospiti e beveva spumante. L’ho notata subito, piccola e ben fatta, esprimeva sensualità ad ogni gesto. Dopo quella sera ci siamo rivisti un paio di volte. Cerco di conoscerla, ma lei è impenetrabile. Stasera ho una serata speciale in serbo per lei, qualcosa sopra le righe. Chiara bussa alla mia porta alle otto in punto. È sempre in orario, forse perché è una escort ed è abituata agli appuntamenti. Crocetta è una bellissima zona di Torino e lei vive in un comodo appartamento modernamente arredato, ma stasera ci vediamo da me. Ho già preparato tutto.
La faccio accomodare con calma, le offro un bicchiere di Moscato, le chiedo come sta e aspetto che risponda, poi mi avvicino e le sussurro: – Questa sera sei mia – facendole scivolare una spallina del vestito lungo il braccio, le bacio la spalla, poi la fessura vicino alla clavicola. Lei eccitata si lascia scivolare anche l’altra spallina e fa cadere a terra il vestito. Resta in perizoma e reggiseno, le sue tette tonde e sode mi mandano in estasi. Mi bacia appassionatamente. Sarei già pronto a buttarmi con lei sul divano, ma mi stacco. Con un gesto dell’indice le faccio capire che non sono questi i miei piani.
– Vieni con me – la guido in camera da letto.
Non le ho mai chiesto cosa fa durante il giorno, com’è la sua vita da escort in zona Crocetta, quali sono le sue paure o i suoi desideri più grandi da accompagnatrice a Torino. Ma stasera voglio mostrarle i miei. Sul letto ho attaccato due manette. Su un lato ho sistemato in ordine le bende e i lacci. Ho cambiato le lenzuola e il copriletto, ne ho scelto uno rosso scuro per l’occasione.
La guardo mentre guarda il letto. Il suo sedere scolpito, il ventre piatto, i capelli morbidi, la bocca fatta per essere baciata. Lei resta impassibile.
– Vorrei che stasera ti lasciassi legare – le dico e lei docile acconsente.
Si sdraia sul letto e aggancio i polsi alle manette, poi le apro le gambe e le lego le caviglie alla sponda. Mi assicuro che non sia troppo stretto e che i lacci non le facciano male. Poi prendo un paio di forbici e le taglio le mutandine. Le mi guarda, guarda il lembo di stoffa che rimuovo dal perizoma e si eccita. La tocco con l’indice e il medio e geme, si tende come un fuso. Immergo la testa tra le sue cosce e ci do dentro fino a quando non geme così forte che capisco che è vicina all’orgasmo, allora mi interrompo di colpo.
– Non fermarti – sospira, ma io mi blocco, mi alzo e la guardo. Resto lì immobile mentre lei ansimante implora che continui l’opera. Sono eccitato, ma voglio trattenermi. Le slaccio il reggiseno e inizio a giocare con i suoi capezzoli. Sono duri e turgidi. Lei si agita e tira su il bacino aspettando che concluda. Le allargo meglio le gambe e inizio a sfiorarle tutto il corpo con una piuma. Un aggeggio apposta trovato in un sexy shop. Chiara freme e spasima quando arrivo a sfiorarle l’interno coscia. Giocherello ancora un po’, fino a quando non riesco più a trattenermi e la slego. Lei come una furia mi spoglia con gesti febbrili, mi fa cadere sul letto, mi sale sopra e inizia a dimenarsi, le sue tette ballano come due cocomeri che stanno per staccarsi dall’albero, poi viene e vengo anche io in un’esplosione colorata.
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