Vidi quella donna all’improvviso. Usciva dalla hall di un albergo camminando svelta, con un piccolo trolley al seguito. Avrà avuto quarant’anni, camminava come una hostess, una assistente di volo, spedita. Aveva anche il classico foulard al collo. Le mancava solo la divisa, ma pensavo che la tenesse soltanto nascosta pi sotto.
Io giravo in quella zona di Torino perché avevo cominciato a lavorare per una nuova ditta di trasporti, dirigevo gli operai. Ogni tanto prendevo respiro e mi mettevo a scrutare la gente che entrava ed usciva dagli edifici, sulle strade più trafficate. Ero stanco, il rapporto con mia moglie stava andando a rotoli in quel periodo. Niente sesso, niente autoerotismo, niente di niente. Però fisicamente stavo bene, non ne avevo bisogno del sesso, almeno apparentemente. Mi sentivo invaso da quella sorta di curiosità adolescenziale verso le donne. Ciascuna diversa dall’altra, con i suoi colori, il suo profumo. Avevo dimenticato cosa era l’amore e per ricominciare dovevo partire dalle basi.
Fu ancora per caso che una sera, qualche mese più tardi, uscendo da una partita di calcetto con amici, finimmo a mangiare una pizza nei dintorni della Mole. Torino era caldissima in quei giorni e non pioveva da mesi. Perciò non fui il solo a notarla quando passò vicino al suo tavolo con il solito trolley e un piccolo ombrellino in mano. Sembrava contrariata.
Mi giro di ritorno sulla tavolo e vedo Mario che mi fissa. “La conosci quella? È una escort di Torino, una accompagnatrice..” Ed io: “che mi dici? Ma se l’ho vista indossare un’uniforme da assistente di volo!?”.
Rimasi allibito. Ma non ero convinto di ciò che diceva Mario. Volevo andare più a fondo in quella storia. Cominciai a pedinarla e poi a palesarmi con piccoli origami di carta, bigliettini. A lei non ci volle molto per accorgersi di me.
Dopo alcuni mesi di tira e molla, fra “ma chi ti conosce!?” e “non bruciamo troppo i tempi”, mi sembrava di essere il personaggio di un RPG, di un gioco di ruolo dal vivo. Lei era bella, però. E no sapevo ancora chi fosse.
Finalmente una sera riuscii ad invitarla a cena e senza che le chiedessi nulla poggiò una mano sulla mia. “Lo so, anche tu sicuramente hai pensato che io sia un’assistente di volo… in realtà sono una consulente finanziaria, e la mia vita è un inferno!”.
Dopo quell’esordio così forte, i nostri corpi cominciarono a chiamarsi e ad attrarsi. Nel giro di poche ore ci ritrovammo aggrovigliati su divani, pavimenti, tappeti e letti. Non era una escort di Torino. Ma sapeva far sesso come una poesia.