Il Racconto di una Escort di Torino
Avvertenza :Questo articolo non vuole inneggiare alla prostituzione, ma ha il solo scopo di approfondire l’argomento di cui tratta.
Valentina è stata per molti anni un’accompagnatrice di lusso a Torino e in questa intervista concessa a Più Incontri, ci racconta cosa accade dietro alle quinte del mondo delle escort.
Più Incontri (PI): Benvenuta su Più Incontri, Valentina, posso darti del tu?
Valentina (V): Certo, ci mancherebbe!
PI: La prima domanda sorge spontanea, come ti sei trovata a fare questo lavoro?
V: Non direi che è stata una mia scelta. Preferisco pensare che i casi della vita, il destino, per chi preferisce chiamarlo così, mi abbiano portata su questa strada. Non per tutte le accompagnatrici capita lo stesso. Conosco molte ragazze che mi contattano perché desiderano diventare delle top escort e si rivolgono a me in cerca di consigli.
Il mio percorso è stato diverso, non ho mai pensato che sarei potuta diventare un’accompagnatrice, è successo e basta. Quando avevo vent’anni mi esibivo in un club, per pagarmi gli studi alla facoltà di lettere. Andavo lì tre, quattro volte a settimana, soprattutto durante i week-end e dovevo ballare su un palco per un pubblico di soli uomini. Gli spettacoli erano diversi, a volte ci veniva chiesto di muoverci in modo sensuale, altre di organizzare uno spettacolo per gli avventori… All’epoca dividevo l’appartamento con altre due ragazze, una di loro lavorava con me al club e sapevo che per arrotondare la miseria che ci davano, si incontrava in privato con alcuni clienti del locale. Una volta, uno di loro le chiese di me. Disse che era rimasto colpito e voleva conoscermi. Solo conoscermi, specificò. Fu la mia coinquilina a convincermi, dicendomi che si trattava di una persona seria e che ci si poteva fidare della sua parola. Uscii con lui e fu una serata piacevole, era un uomo interessante, educato e anche ricco. Quella sera tra noi non accadde nulla, conversammo soltanto e al termine del nostro incontro mi lasciò una mancia. Rimase soddisfatto della mia compagnia e volle rivedermi. Poi da cosa nasce cosa… quella fu la mia prima volta. Lui mi presentò molte persone interessanti. Lo frequentai per un po’ di tempo fino a quando non si trasferì all’estero per lavoro.
PI: Per quanti anni sei stata un’accompagnatrice?
V: Quasi venti.
PI: E come mai hai deciso di chiudere questo capitolo della tua vita?
V: C’è chi alla mia età pratica ancora, ma è costretta ad abbassare le sue aspettative. Per me era sufficiente così, non mi sentivo più di offrire lo stesso servizio di prima, così ho preferito cambiare attività.
PI: Di cosa ti occupi adesso?
V: Ho aperto una piccola boutique di abiti femminili e nel tempo libero offro sostegno e consulenza sessuale alle adolescenti che lo richiedono presso un’associazione di volontariato della mia città.
PI: Insomma, hai trovato un altro modo per mettere a frutto le sue conoscenze!
V: (scoppia a ridere), si può dire così.
PI: Qual’è l’idea che l’immaginario collettivo ha delle escort, e quali sono le differenze con la realtà?
V: Molte sono le influenze che hanno segnato l’immaginario collettivo, i film e i libri prima di tutto, che spesso hanno dipinto una figura affascinante, misteriosa e bellissima. Tante delle cose raccontate sono vere. Le accompagnatrici sono senza dubbio donne di bell’aspetto, devono saper intrattenere gli uomini con cui escono e per questo devono avere delle ottime basi culturali. La conoscenza delle lingue, dell’arte e della musica sono dei più, ma sono dei più importanti se si desidera frequentare certi ambienti.
PI: Cosa non si aspetta chi non conosce questo ambiente?
V: Per chi non conosce da vicino il mondo delle escort, spesso, il nostro lavoro nasce e finisce con il mero rapporto. In realtà, le cose sono leggermente diverse. Un’accompagnatrice deve essere prima di tutto una buona psicologa, capire chi ha davanti e cosa vuole da lei, per poi riuscire ad accontentarlo. È un gioco fatto di sguardi, di seduzione, di parole attentamente studiate. Nulla nell’appuntamento di una escort è lasciato al caso.
PI: Perché accompagnatrice di lusso?
V: Ci facciamo chiamare così, perché frequentiamo uomini di un certo livello, che hanno un alto profilo socio-economico, che richiedono la nostra presenza per cene d’affari, per convention o per serate di beneficenza. Vogliono una donna impeccabile che si trovi a suo agio in ambienti formali ed eleganti, che sappia sorridere e tenere conversazioni interessanti. Per il resto non cambia nulla.
PI: Un requisito indispensabile per una escort
V: Un aspetto sempre curato e la bella presenza, sono scontai per un’accompagnatrice. Quindi direi che una buona comprensione del genere umano e la capacità di entrare in sintonia con le persone che ti stanno di fronte sono due requisiti fondamentali per essere una brava top escort. Dobbiamo riuscire a capire chi ci sta di fronte e che cosa vuole da noi, per poi provare ad accontentarlo. Non è semplice, per lavoro entriamo in contatto con gente sempre diversa, che richiede attenzioni diverse, avere la prontezza di capirli al volo può fare la differenza su un incontro. Le lingue, la conoscenza della musica e dell’arte sono un di più, ma diventano un di più importante per chi desidera frequentare certi ambienti.
PI: E tu ti senti brava in questo, voglio dire, sei una persona empatica?
V: Penso di essere portata a capire gli altri e di sicuro con gli anni e il mestiere di accompagnatrice ho sviluppato questa capacità. Ora credo di riuscire con una buona sicurezza a capire le persone che ho di fronte.
PI: E degli uomini cosa hai capito?
V: (Ride di nuovo) ho capito che uomini e donne sono molto diversi tra loro, soprattutto nel modo di comunicare, ma che alla fine tutti cercano le stesse cose, affetto e comprensione.
PI: In che modo comunicano diversamente?
V: Gli uomini tendono a parlare di meno delle donne, se hanno qualcosa prima provano ad affrontarlo da soli, mentre le donne preferiscono sfogarsi con qualcuno. Nel momento del confronto, poi, gli uomini arrivano subito al punto, invece, le donne girano attorno a quello che è il nocciolo della questione sperando che il loro partner le capisca lo stesso. Questo comportamento di solito irrita parecchio il genere maschile e risulta frustrante per quello femminile.
PI: Quindi, secondo te, uomini e donne non riescono a capirsi.
V: Non ho detto questo, di sicuro però, incontrano più difficoltà che nella comunicazione donna-donna o uomo-uomo. Ma alla fine per forza di cose trovano un’intesa venendosi in contro. Le coppie più affiatate sono sicuramente quelle in cui l’uomo dimostra un aspetto del carattere più femminile e viceversa, la donna uno più maschile. Questo si traduce per l’uomo in una sensibilità fuori dalla norma e per la donna in una forza e una determinazione tipicamente maschili.
PI: Parli per esperienza personale?
V: Per mia indole, ho sempre avuto una certa propensione a creare rapporti con i maschi, non solo d’amore, ma anche di amicizia. Nella mia vita, ho avuto più amici uomini che donne e credo che sia dovuto al mio carattere da “ragazzaccio”.
PI: Tornando a noi, chi contatta le escort di solito?
V: Mi è capitato di frequentare uomini per anni, per lo più signori in carriera o liberi professionisti, tra i 30 e i 50 anni. Molti scapoli e tanti sposati e annoiati dalla vita di coppia. Ho avuto la fortuna di non dover mai cercarne di nuovi, sono sempre stati loro a trovare prima me. Qualche anno fa, il passaparola era il modo migliore per una top escort per farsi conoscere nell’ambiente. Oggi, le cose sono cambiate, la maggior parte delle accompagnatrici ha un sito internet, pubblica annunci sui portali d’incontri dedicati e si promuove su Facebook e altri social network. Forse adesso è più difficile, a causa di Internet la concorrenza è aumentata e per lavorare devi essere anche una brava promotrice della tua immagine. È anche vero, che è diventato più facile farsi conoscere e trovare nuovi contatti.
PI: Che cosa cercano gli uomini che vanno a escort?
V: Chi si rivolge ad una escort di lusso desidera compagnia di qualità, per svagarsi e rilassarsi. Spesso ha bisogno di un’accompagnatrice che presenzi ad una cena o ad una serata, perché non vuole andarci da solo e non ha nessuno da portare. Alcuni uomini, ma sono più rari, sono dei collezionisti, cacciatori che amano sedurre e lo fanno per il gusto della conquista. Con loro bisogna saper stare al gioco, rendendo il piatto più gustoso e offrendogli gli spunti per mettere in atto le loro armi amatorie.
PI: La situazione più strana in cui ti sei trovata?
V: (Dopo averci riflettuto su), il mio mestiere mi ha spesso fatto trovare in situazioni bizzarre, se così vogliamo dire. Uno dei miei incontri più particolari è stato quello con un uomo che desiderava indossare i miei abiti per vestirsi da donna. Voleva a tutti i costi sentirsi sexy e femminile, anche se nella vita reale era l’amministratore delegato di un’impresa di telecomunicazioni. Una volta, l’ho persino accompagnato a vedere uno spettacolo di Drag Queen vestito così, una serata straniante e divertente al contempo.
PI: Hai mai detto alla tua famiglia che facevi la escort? E perché hai scelto di dirlo o non dirlo?
V: Questa è la domanda più difficile forse. Un argomento ostico per qualsiasi donna che faccia l’accompagnatrice. Si, i miei genitori l’hanno saputo, ma siccome ho sempre avuto un buon rapporto con loro, sarebbe stato difficile per me nasconderglielo. La vita che conducevo non era spiegabile in altro modo. Quando è arrivato il momento ho scelto di dirgli la verità, non è stato facile, ma sono stata ripagata per il mio coraggio con la loro comprensione. Non per questo, è diventato argomento di discussione tra di noi. I miei vedevano che ero felice e tanto gli bastava. Non hanno mai chiesto molto del mio mestiere e io nemmeno lo desideravo.
PI: Un ultima domanda per le nostre lettrici, qual’è il pezzo che riscuote più successo?
V: Sicuramente, la guepière e un bel paio di tacchi a spillo!
PI: Grazie mille Valentina, a presto!
V: Grazie a voi!
Valentina è disponibile per rispondere a vostre eventuali domande, se avete qualcosa da chiederle potete pubblicare un commento in coda all’articolo.