La pratica dello Shibari: un po’ di storia
Conosciuto anche con il nome di Kinbaku, lo Shibari è una pratica artistica di bondage di origine giapponese, che consiste nel legare le persone per coinvolgerle in un gioco di costrizione erotica e sessuale. Come altre discipline artistiche tradizionali del Giappone, ad esempio la calligrafia, la cerimonia del tè o l’Ikebana, anche nello Shibari viene attribuita un’importanza fondamentale all’estetica, alla bellezza e alla ricerca del piacere.
Legato esclusivamente con lacci in fibre naturali, juta, seta o canapa, il corpo, soprattutto femminile ma anche maschile, non viene per niente mortificato. Al contrario, la tecnica dello Shibari ne esalta e ne celebra l’armonia e la sensualità. Il fine dello Shibaru è quello di infondere piacere a chi è legato, a chi lega e anche agli spettatori, coinvolti in uno spettacolo dall’intensa carica erotica e dalla straordinaria ricercatezza estetica.
La persona che si lascia legare, non si sente costretta, ma libera, attratta dalla forza di seduzione del partner di gioco, e riesce a vivere momenti di piacere estremo e totale. La finalità dello Shibari non è il rapporto sessuale, ma una sorta di danza, nella quale la coppia vive un momento di condivisione e di sensazioni intense. Proprio per la sua profonda dimensione erotica, questa sofisticata tecnica di bondage, è ideale per raggiungere l’eccitazione e la complicità ideali per un rapporto completo.
A causa della complessità, chi pratica lo Shibari deve padroneggiare perfettamente la tecnica e conoscere il corpo umano. Per gli inesperti, il consiglio intanto è di guardare e capire, poi casomai seguire un apposito corso, specialmente per quanto riguarda gli aspetti relativi alla sicurezza. Se praticato attenendosi alle regole, non comporta alcun rischio, in quanto non sono previste corde attorno al collo o posizioni che possano provocare il soffocamento, né viene indotta la costrizione respiratoria. Eseguita da un inesperto, la legatura potrebbe però provocare traumi e lesioni.
Lo Shibari è nato nel tardo medioevo come metodo di prigionia. Verso la fine dell’Ottocento, la tecnica si affina, trasformandosi in una pratica di bondage erotico e artistico.
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