La biancheria intima è sexy, ma non c’è niente di più hot di un bel perizoma indossato da un sedere sodo.
C’è chi usa le mutande solo bianche, chi va pazzo per il pizzo e chi ha un vero feticismo per le mutandine usate. Grandi come quelle di Bridget Jones, o succinte che coprono appena il triangolino frontale, parliamo sempre di mutande. C’è chi ci gioca mentre fa sesso, chi le invia al proprio partner come regalino hot e chi invece le colleziona. Ma le mutande non sono certo nate ieri. Anzi hanno una lunga storia. Scoprila con www.piuincontri.com.
L’uso di un indumento che coprisse i genitali risale alla preistoria. Già all’epoca i nostri antenati indossavano pezzi di pelle, foglie o altro per proteggere il pube. Ma era un’usanza soprattutto maschile che serviva a preservare quella zona così delicata e importante per la sopravvivenza della specie.
I romani inventarono le mutande femminili
Più che vere mutande si trattava di un pezzo di lino allacciato in vita e poi passato in mezzo alle cosce. Si chiamava subligaculum e veniva soprattutto usato dalle ballerine che durante le loro esibizioni si trovavano a mostrare le parti intime in pubblico. A quanto pare le matrone non portavano nulla.
Le uniche mutande conosciute nel medioevo erano le cinture di castità
Nel medioevo non si usava utilizzare le mutande, in quanto si pensava che non lasciassero prendere aria. Le nobildonne sfoggiavano una sorta di slip in occasione delle festività, ma per il resto le uniche mutande usate erano quelle di castità, che venivano fatte indossare alle donne per evitare che avessero rapporti al di fuori del matrimonio.
Anche nel Rinascimento non si usavano mutandine
All’epoca si pensava che bastassero le lunghe vesti per coprire i genitali e poi era comodo non avere niente sotto. Anche le dame più illustri apprezzavano le sveltine dietro le porte o le tende dei palazzi, con i loro servi e i loro amanti.
Bisogna aspettare Caterina de’Medici perché le mutande diventino di moda
Fu lei, regina di Francia, che solo nel ‘500, incentivò l’uso delle mutande tra le gentildonne della sua corte che andavano a cavallo. Voleva evitare che un colpo di vento improvviso esponesse le nudità delle sue protette. Presto l’uso si diffuse tra le corti d’Europa. I primi modelli erano ornati di ricami e pietre preziose, un vero segno di di libertà di costumi e frivolezza.
Le prostitute indossavano le braghesse
Letteralmente briglie da culo, lunghe fino al ginocchio e rifinite con merletti e pizzi. Furono per lungo tempo l’indumento delle accompagnatrici di una volta, che le indossavano per igiene e decoro pubblico.
Nel Settecento, le mutande acquistano finalmente il ruolo per cui le conosciamo
Con la libertà sessuale e il mutamento del concetto di sesso, da mera attività per concepire a gioco di piacere e sollazzo, anche le mutande acquistano un nuovo significato e diventano la custodia delle natiche. Per tutto l’Ottocento però restano lunghe fino alle caviglie e il decoro impone che non vengano assolutamente viste sotto le gonne.
Dagli anni Sessanta in poi, indossa le mutande che vuoi
Solo dagli anni 60 le mutande sono diventate un vero e proprio indumento di culto. Oggi se ne trovano di tutti i modelli e le fattezze, anche quelle commestibili.
Tu quali preferisci?