Continuano i racconti erotici della signora Duprè, donna matura sexy e provocante che trascorre lunghe serate tutta sola in casa. Qui la prima puntata e qui la seconda, per chi se la fosse persa. Racconto erotico di fantasia
- Ti vedo agitato – disse ancora sorridendo. – Vieni, siediti qui accanto a me – e mi fece segno con la mano toccando la morbida superficie in pelle rossa.
L’accontentai più perché non riuscivo a pensare, piuttosto che per mio desiderio personale. Ero seduto a fianco della signora Duprè, potevo sentire il suo respiro, aspirare il suo profumo, vedere con la coda dell’occhio i suoi sensi che si abbassavano e si alzavano. Stava succedendo tutto così in fretta. Doveva trattarsi di un sogno. Lei bevve un altro sorso di vino e si voltò verso di me sorridente. Mi ritrassi leggermente indietro per guardarla meglio. Non ero sicuro di riuscire a controllare le mie azioni. Il sorriso della signora Duprè sia allargò. Allungò la mano, sfiorandomi la testa. Il contatto mi tolse il respiro.
- Hai dei bei capelli – disse, giocando con un ciuffo. Poi lo lasciò andare e guardandomi dritto negli occhi mi toccò il petto. Trattenni il respiro ancora una volta.
A quella mia reazione, la signora Duprè scoppiò a ridere. Si stava divertendo con me. Avvampai. Lei tornò seria e levò la mano.
- Ti dò fastidio? –
Scossi la testa deciso. Macché fastidio! Se solo fossi riuscito a parlare, a dire quello che provavo. La signora Duprè sorrise di nuovo, questa volta maliziosa. Poi si sbottonò la camicetta mostrando il reggiseno a balconcino. Le tette tonde sbalzate in aria chiedevano di essere liberate. Dovevo essere color peperone, ma lei non sembrò preoccuparsene. Prese con delicatezza la mano destra che tenevo morta lungo il fianco e la appoggiò con decisione sui seni. Fu come ricevere una scossa. Una lunga scossa, fui elettrizzato dal contatto. Non riuscii a frenare l’impulso di premerla più forte contro le tette. Erano morbide come avevo immaginato. Lei sembrò apprezzare quello slancio spontaneo e mi baciò. Schiaffò le sue labbra carnose con il rossetto un po’ sbavato sulle mie. Fu un bacio umido, timido, e fremente. Mentre mi baciava, fece scivolare le mani fino alla cintura dei miei pantaloni. La aprì e aprì anche la cerniera della lampo, poi infilò le mani sul mio pacco già ingrossato. Mugulai. Non potevo credere che stesse succedendo. Ma lei era decisa ad arrivare fino in fondo e staccandosi da me, mi fece stendere sul divano. Mi sfilò i pantaloni con una mossa veloce e mi liberò dei boxer. Oddio, avevo quelli di Winnie the Pooh! Appena li tolse, il membro schizzò in aria, come un uccello pronto a spiccare il volo. Lei lo afferrò, avviluppandolo nella sua mano e dimostrando una certa destrezza, incominciò a muoverla su e giù. Ero già arrivato al dunque, pronto a lanciare scintille che lei si staccò improvvisamente, lasciandomi sul più bello. Si alzò, bevve un altro sorso di vino. Poi aprì la lampo della sua gonna lasciandola scivolare fino a terra. Portava delle autoreggenti nere, con i bordi di pizzo e un sottile perizoma che non lasciava spazio all’immaginazione. Si sedette su di me, sollevò di lato il perizoma e senza fatica mi lasciò entrare. Si chinò ancora una volta su di me, baciandomi con passione e iniziò a muoversi con lentezza. Il mio corpo pulsava di un piacere improvviso mai provato. Era calda e morbida dentro. Bagnata al punto giusto, che mi muovevo con scioltezza. Ero stato con un paio di ragazze fino ad allora, ma nessuna delle esperienze precedenti poteva essere paragonata a questa. Poi all’improvviso, la signora Duprè drizzò il busto e aumentò il ritmo. Prese a cavalcarmi con violenza ansimando. Un seno era scappato dal balconcino e sussultava libero ad ogni colpo. Lo afferrai e glielo strinsi. Lei si sganciò i ferretti, liberandosi dall’ingombro, le tette esplosero piene e con i capezzoli turgidi. Li baciai e li succhiai, mentre lei non la smetteva di ansimare e di muovere il bacino su e giù. Dopo poco venimmo entrambi. La abbracciai e rimasi stretto a lei per qualche minuto, poi mi rivestii e con la promessa di tornare, uscii da casa. Luca mi aspettava davanti al vialetto, salii sulla sua Punto come se niente fosse, ancora sconvolto per l’accaduto. Chissà se ci sarebbe stato un secondo incontro. Ti è piaciuto il racconto della signora Duprè? Lascia il tuo commento su www.piuincontri.com.