Racconto erotico di fantasia
Ciao, sono Martina, vivo a Torino e sono una escort. Una fantastica e bellissima escort alta e snella, dalla chioma lunga color cioccolato e dagli occhi penetranti. Amo il mio lavoro per la libertà che mi permette e per gli incontri che mi offre. Ho un caratteraccio, sono lunatica, ipersensibile e vanitosa. Adoro i bei vestiti, i pistacchi, il caffé lungo e la musica latina. Infondo dentro sono un po’ tamarra, quando sono in macchina, mi piace ascoltare la radio a tutto volume! Non sopporto la Nutella, la volgarità e la maleducazione per tutto il resto penso che potremo arrivare ad un compromesso.
Sta venendo, lo capisco dal suo sguardo perso e lontano. C’è quasi, così aumento il ritmo, gli lascio cinque secondi e poi, slam! Si affloscia sopra di me e ci rimane a peso morto. Odio quando lo fanno! A malapena riesco a respirare. Subito glisso, – scusami caro, devo andare un attimo in bagno – e scivolo fuori dal letto e mi infilo sotto la doccia.
Quando torno è pronto per un secondo round e siccome non è malaccio sotto le coperte, lo accontento con slancio. Questa volta prendo il controllo e mi piazzo sopra di lui con un’agile mossa onde evitare conclusioni poco piacevoli. Non protesta e io arrivo subito al sodo. Mi muovo al galoppo presa dalla gioia irresistibile del buon sesso e non ci metto molto a venire. Anche lui, sotto la mia foga, mi afferra i seni e ci immerge il viso e dopo poco… Slam!
Cado al suo fianco esausta e quasi mi appisolo, quando sento l’odore irritante del fumo e apro scocciata un occhio. Lui mi guarda sorridendo e inspirando una lunga boccata. I suoi occhi sono dolci e soddisfatti e io mi sforzo per sollevare le labbra verso l’alto e rispondere con il mio sguardo più felice.
– Martina, mi sono trovato proprio bene con te – dice quando ci siamo rivestiti, – per questo avrei una richiesta da farti.
– Sentiamo.-
Lui abbassa gli occhi e sembra imbarazzato. È un omone grande e grosso, con una posizione di tutto rispetto all’interno di una famosa multinazionale. La sua figura mi sovrasta, ma adesso sembra così buffo mentre non osa neppure guardarmi.
– È da qualche tempo che ho una fantasia e solo tu puoi realizzarla. Se mia moglie lo sapesse chiederebbe il divorzio immediatamente!
Arriva al dunque?
– Vedi mi piacerebbe che tu usassi un po’ di forza con me. –
– Vuoi che sia più aggressiva? – domando senza capire.
– Si, qualcosa del genere. Mi piacerebbe che mi dessi qualche ordine, che mi dicessi cosa fare…-
Inizio a capire che cosa ha in mente. – Vuoi essere sottomesso? – sputo fuori.
– Esatto! Sapevo che avresti capito! E puoi farlo?-
Posso farlo? Penso di si. Rispondo che ci devo pensare e che mi faccio risentire.
Lo richiamo il giorno dopo. Mi sento pronta per questa avventura e fisso un appuntamento per il giovedì seguente, a casa mia alle 13:00. Mi preparo con cura all’incontro, mi iscrivo ad una chat di slave master, mi informo sull’argomento, compro una tutina in latex e stivali alti fino al ginocchio per il vestiario, poi mi procuro un frustino e un paio di manette al sexy shop di fiducia.
Quando arriva giovedì sono pronta! La tutina di latex mi sta da urlo e mi sento una vera dominatrice , non vedo l’ora di provare il mio nuovo giochino che sta arrotolato su una sedia. Si presenta in abiti da ufficio e noto in lui una scintilla nuova negli occhi quando mi vede: è seriamente eccitato! Decidiamo assieme la safe word come si dice in gergo e il gioco ha finalmente inizio!
La mia voce si abbassa subito di due toni mentre scandisco le parole: spogliati e mettiti a quattro zampe.
Lui ubbidisce e inizia a sbottonarsi la camicia.
– Come si dice? – chiedo severa bloccandolo.
– Si, padrona. –
– Molto meglio, riprendi pure… schiavo.-
Con un gesto rapido prendo il frustino, mentre sento qualcosa impossessarsi di me, è un senso di euforia mai provata prima. Ho in mano la situazione e so esattamente cosa voglio fare!
Dunque procediamo con ordine. La mia vittima si è denudata e si trova a quattro zampe sul mio pavimento. Con un gesto lento e deciso, avvicino lo stivale al suo viso – leccalo! – ordino.
E lui ubbidiente apre la bocca e inizia a passare la lingua sulla superficie liscia della scarpa.
– Mettici più impegno!-
E lui aumenta il ritmo delle slinguate. Ma siccome non mi sento soddisfatta alzo il frustino e inizio a batterlo sulle sue natiche con la giusta dose di fermezza.
– Dì che sono la tua unica padrona!-
– Sei la mia unica padrona!-
– Ancora! – e do altri colpi.
– Sei la mia unica padrona e signora! – grida lui.
Incredibile, quanto possa essere eccitante indossare un tutino di latex e tenere in mano un frustino! Mi sento potente! Ogni timore è scomparso. Il ruolo mi è entrato come un guanto.
Ho trascorso un’ora che non dimenticherò facilmente. Non so se ripeterò l’esperienza, per ora ho appeso nell’armadio la tutina in latex e ho riposto il frustino nel cassetto delle meraviglie, prima o poi vi racconterò del mio cassetto… ma questa è un’altra storia!
A presto
baci a tutti
Martina
Racconto Pubblicato da Tania